YEVADIAN MAXIME / ԵՒԱՏԵԱՆ ՄԱՔՍԻՄ
(fra)
Tigrane le jeune
Son histoire et ses attributions monétaires*
Տիգրան Գ. եւ իր պասմութիւնը. իրեն պասկանող հաւանական մեսաղադադրամներ

Bazmavep 2018 / 1-2, pp. 178-198

I numismatici sono perlopiù riservati sul fatto che Tigran il Giovane fosse in grado di emettere monete. La maggior parte di loro non gli attribuisce alcun “tipo” monetario, altri hanno tentato, con più o meno successo. Un esame degli antichi testi ci porta a supporre che Tigran il Giovane potesse, teoricamente, coniare mo­neta in cinque occasioni: a) durante una possibile co-reggenza con il padre, tra il 70 e il 69 a.C., b) durante la ribellione contro suo padre, nel 67 a.C., c) durante l'invasione dell'Armenia da parte dei Parti, nel 66 a.C., d) mentre era re di Sofene, nel 66 a.C. e, infine, e) durante il suo esilio a Roma, dopo il 66 a.C.

È più che improbabile che Tigran II, durante il suo regno, abbia permesso al figlio più giovane di coniare monete in suo nome, durante una possibile co-reg­genza.

Durante la ribellione e l'invasione dell'Armenia da parte dei Parti, la capitale non fu presa e il principe Tigran rimase sotto le sue mura, senza una zeccha per po­ter battere moneta. Inoltre, non esiste un tipo di moneta partico che possa essere a lui attribuito.

La presunta reggenza su Sophene, promessa da Pompeo, che durerà po­chis­simo tempo, è in realtà solo un sotterfugio romano per impossessarsi dei tesori.

Infine, l'esilio a Roma esclude qualsiasi emissione di moneta.

Tutte queste osservazioni storiche ci portano a considerare che Tigran il Gio­vane non ha mai avuto l'opportunità, né il tempo necessario, per poter coniare mo­nete.